giovedì 14 luglio 2016

Lasciare una traccia

Mi è sempre piaciuto come corre Sagan.
Ho sempre odiato come perde le corse.

Non ho mai sopportato Froome.
Troppo forte ? Troppo programmato ?
Poco umano ?

Sagan che guida la bici come nessun altro.
Froome che la usa come un martello.

Stilisticamente inguardabili
Fortissimi, diversi e fortissimi.


Ieri, il Campione del Mondo, in maglia verde (Sagan) e la maglia gialla (Froome) i due più controllati del gruppo hanno fatto una cosa folle.
Veramente folle.

Invece di attendere la volata, che per Sagan poteva dire vittoria o comunque punti importanti per la maglia, e per Froome significava portare a termine una tappa difficile senza danni, a 5 km dall'arrivo hanno sfidato il gruppo e il vento e se ne sono andati, loro e due gregari, incontro al successo.


Lasciare una traccia.
Rendere unica una tappa anonima.
Togliere il fiato a chi ama il ciclismo dimostrando che si puo' ancora inventare.
Che la fantasia, avendo forza e coraggio, può ancora cambiare tutto.
5 Km di immenso.




I due più controllati che se ne vanno Sagan alla vittoria e Froome a guadagnare ancora pochi secondi.
(dopo i pochi guadagnati giorni fa in un'altrettanto folle e improbabile attacco in discesa)

Sono giornate così che mi fanno apprezzare il ciclismo.
Tappa bellissima
Grandi corridori che lasciano una traccia.



... Barandola ...

venerdì 8 luglio 2016

Professoressa la cosa è complessa

Professoressa la cosa è complessa
 - esordì lo studente -
Un fenomeno non lo si può giudicare solo dalla sua conclusione, dal suo apice.
Sono le motivazioni del suo scaturire o il percorso che ci devono interrogare.
Partiamo innanzitutto da una grave crisi economica e bancaria.
Questo non può essere sottovalutato.
Il ceto medio ha perso la gran parte del potere economico e d'acquisto ottenuto con molti sacrifici.

In una situazione di crisi occorre pensare ai bisogni primari.
Tra pastasciutta e diritti non c'e' gara.
Abbiamo deciso di svendere brandelli di diritti, di democrazia per tutelare il lavoro.
Per cercare di tutelare il lavoro.

- continua lo studente - 
Una immigrazione intensa, forse mal gestita, ha acuito il senso di rabbia.
Persone più disagiate, più disperate di noi si sono riversate nel nostro paese.
Chiedono aiuto a noi già così arrabbiati, nervosi. E noi ci ribelliamo.
Smodatamente.

- poi lo studente un po' si ferma...e riprende -
Per questo abbiamo bisogno di un cambio di rotta.
Che tutto cambi. Il bisogno del rinnovamento. Di un uomo che finalmente decida.
E basta con questa Democrazia, con questi Politici che non decidono.
Si voti e chi vince decida, per almeno 5 anni. in modo assoluto.

Poi...poi vedremo.
In un momento così difficile e così particolare serve fermezza, decisione.
Chiuderci dentro i nostri confini, fisici e mentali. Difendere 'la casa' da ogni estraneo, da ogni sopruso.

La professoressa lo interruppe.
Vedo che sei preparato - gli disse - e hai davvero interiorizzato tutto il problema, lo hai fatto tuo parlandone in prima persona.
Ma parlare in prima persona e al presente non è corretto parlando della Germania di fine anni '30.
Non credi ?

... Barandola ...