Quando una persona, soprattutto un giovane si avvicina alla
politica lo fa pensando all’origine della parola stessa :
La prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis", che in greco significa città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, "politica" significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano. (fonte : Wikipedia)
Ma, ingenuo quanto si vuole, essendo nel 2013, ha già chiaro
in se che la politica è l’arte della mediazione (Chi
si fa intermediario per mettere pace tra due contendenti ) e del compromesso (Accordo in cui ciascuna delle parti rinuncia a
qualcosa) .
Sa bene questa cosa ma crede che questa arte sia utilizzata
per lo scopo primario, ovvero per amministrare al meglio la cosa pubblica.
Negli anni mediazione e compromesso son stati sempre più
utilizzati per ottenere il consenso, cosa del tutto lecita e giusta. Inizialmente
per poter avere la possibilità di gestire la cosa
pubblica e realizzare quei sogni o desideri di migliorarla poi, pian piano, con
il fine del conseguimento del potere stesso.
Sono rimasti quindi gli stessi strumenti, mediazione e
compromesso, ne è cambiato il fine.
Il fine è diventato poi così importante ed è stato così
rilevante il mantenimento del potere che mediazione e compromesso hanno perso
la loro motivazione. Mi spiego.
Ad oggi, per il mantenimento o la ricerca del potere, pur di
ottenere il consenso, si aboliscono le idee, le prese di posizione, si evitano
gli argomenti che potrebbero creare discussione, dibattito.
La mediazione e il compromesso vengono anticipati in un
limbo del nulla.
Si usa il bilancino sul singolo aggettivo, si scrivono
comunicati che per non scontentare nessuno non dicono niente. Il politico non è
più un leader ma un mero offuscatore di probabili controversie.
Esempio lampante è il Governo Letta che ha come massima
aspirazione il rinvio di tutte le decisioni difficili.
Per me la politica continua ad essere altro. E’ prendere
posizione e spendersi per i propri ideali e le proprie idee. Presentarsi senza
filtri ai giudizi di una riunione, di un’assemblea. Esporre il proprio pensiero
ed argomentarlo cercando di spiegarne le origini e le motivazioni e soprattutto
il fine. Poi, e solo poi, ascoltare in modo attento e maturo le altre posizioni
e tutte le opposizioni al discorso fatto. E a qual punto più del politico serve
l’uomo. L’uomo che sa con maturità ascoltare gli altri e dalle altre
riflessioni prendere come un’assetata spugna ogni goccia di pensiero che non
era in lui, ed attingerci. Per mediare o addirittura per cambiare completamente
idea.
Ma se nessuno espone un’idea e se nessuno la confuta e se non
c’è dibattito ci perdiamo in un appiattimento totale che ci porterà ad avere il
consenso e non sapremo a che fine utilizzarlo.
Per stare seduti ?
No grazie, amo correre.
...Barandola...
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